giovedì 21 aprile 2011

Daily: musicisti o impiegati della musica?

Il recente arrivo di TRL nella nostra amata Firenze mi ha fatto ripensare a una di quelle cose su cui spesso la mia mente si posa, ma dalla quale fugge via a causa della mancanza di tempo e della scarsa importanza che essa, all'interno di tutta una giornata, riveste: chi è il musicista?
Questo dubbio, che potrebbe apparire banale o al contrario assurdo a prima vista, assume un significato ben preciso all'interno dei recenti sviluppi che l'industria discografica sembra aver preso negli ultimi tempi (devo dire, ahimè, in concomitanza con la nascita e lo sviluppo dei talent show) ossia quella tendenza generalizzata a proporre come musicisti seri e capaci delle persone che, in realtà, e magari anche in buona fede, eseguono canzoni che vengono scritte appositamente per loro e che magari nemmeno calzano loro a pennello. Ecco quindi che mi chiedo se il musicista possa essere considerato solo l'ultimo anello della catena rappresentata da una canzone, o se sia proprio egli stesso la catena. A mio parere richiedere ad un musicista di interpretare una canzone scritta da un'altra persona sarebbe come chiedere ad un pittore di firmare il quadro realizzato da un secondo artista, o come pretendere che uno scrittore componga solo la prefazione di un libro che invece, in copertina, porta inciso il suo nome a caratteri cubitali. Questi paragoni appaiono assurdi ma probabilmente a causa della facilità con cui la musica riesce ad essere mercificata: questo tipo di comportamento ci sembra cioè molto più consono e concepibile in questo campo piuttosto che in quello dell'editoria perchè quest'ultima smuove un budget più ridotto se vogliamo. Sembra perciò che alla fine ciò che fa muovere tutto, perfino quelle cose che con esso non dovrebbero avere a che farci, sia nientemeno che il denaro. Il mio parere da modesto musicista "per passatempo" rimane infatti che queste persone che rivestono solo il ruolo di interpretatori di una canzone non siano altro che "impiegati della musica" costretti a svolgere un lavoro che, con l'opera di maestri e mostri sacro come De Andrè, Venditti ecc, ha ben poco in comune.

Buonanotte a tutti, a domani! :)

2 commenti:

  1. c'è un piccolo problema di fondo. fare musica oramai è quasi impossibile!
    le case discografiche costringolo gli artisti a seguire linee prefissate da manager ed espertoni dei macrosistemi economici che regolano la compravendita di musica e (soprattutto) immagine.
    gli unici artisti-musicisti che si possono vedere ora sono i ragazzi delle giovani band, i gruppi indipendenti! in alternativa, come è sempre bello fare, si può sempre rifugiarsi nel mondo dei cantautori storici, delle grandi band del passato, all'ombra dei miti della musica aspettando tempi migliori, quando il mondo della musica tornerà ad auto-alimentarsi grazie alla fantasia dei nuovi talenti che verranno.

    confidando in quel momento, ti saluto....buon blog!

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  2. Caro coppi sono d'accordo con te!Penso anch'io che le band di ragazzi come noi possano dare davvero un contributo unico alla musica, completamente libero da qualsiasi vincolo commerciale/contrattuale!

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